Il congedo di maternità è un diritto indisponibile: in nessun caso, come madre lavoratrice, puoi rinunciare a questo diritto.

 

Congedo di maternità

A cura di dott.ssa Elisa Cospito

Quanto dura il congedo di maternità?

Il periodo di assenza dal lavoro è di 5 mesi: i 2 mesi precedenti alla data presunta del

parto e i 3 mesi successivi al parto. Hai, però, la possibilità di posticipare l’inizio della maternità e lavorare fino all’8° mese di gravidanza, in modo da fruire solo di un mese prima del parto e godere dei restanti quattro dopo la nascita del bimbo.

In questo caso devi presentare il certificato medico di un ginecologo del SSN (Sistema Sanitario Nazionale) o del medico aziendale.

La manovra finanziaria per il 2019, inoltre, ha introdotto la possibilità di usufruire di tutto il periodo di astensione dopo la nascita del bimbo, naturalmente dietro rilascio del certificato.

Maternità: come funziona per i casi eccezionali?

In caso di parto prematuro puoi fruire, oltre ai tre mesi post parto previsti dalla disciplina, anche del periodo preparto non goduto.

Nel caso di interruzione di gravidanza dopo i 180 giorni dall’inizio della gestazione, hai comunque diritto ai 5 mesi di maternità, salvo la possibilità del ritorno anticipato. L’astensione obbligatoria è prevista anche per le adozioni e gli affidi per i 5 mesi successivi all’ingresso del minore nella famiglia.

Chi può richiederlo?

Il diritto all’astensione dal lavoro ti spetta se sei lavoratrice dipendente. Puoi richiedere il beneficio anche in quanto lavoratrice autonoma o iscritta alla gestione separata dell’Inps.

Se sei ouna lavoratrice iscritta alla gestione separata dell’Inps, sappi che il beneficio spetta a tutte le lavoratrici a progetto, associate in partecipazione, libere professioniste senza cassa, venditori porta a porta, assegniste di ricerca che siano assicurate all’Inps per la maternità.

Condizione necessaria è che vi sia stato l’effettivo accreditamento di almeno tre mensilità della contribuzione maggiorata nei dodici mesi precedenti l’inizio del periodo indennizzabile per la maternità.

Le libere professioniste iscritte alla gestione separate non hanno l’obbligo di astensione. Se permangono al lavoro, però, perdono il diritto all’indennità di maternità.

Se sei una lavoratrice autonoma, anche in questo caso hai diritto al congedo. Fai parte di questa categoria se sei commerciante, artigiana, coltivatrice diretta o imprenditrice agricola professionale. Per ottenere l’indennità devi essere iscritta nella relativa gestione previdenziale (serve a verificare il possesso della qualifica di lavoratrice autonoma) ed essere in regola con il versamento dei contributi anche per i mesi compresi nel periodo di maternità.

Ho perso il lavoro da poco. Posso ugualmente richiedere il congedo?

Sì, ma solo se rispetti alcune condizioni. Puoi sicuramente richiederlo se sei disoccupata da meno di 60 giorni.

Se invece hai perso il lavoro da più di 60 giorni, hai diritto alla maternità se percepisci l’indennità Naspi o l’indennità di mobilità.

Se sei disoccupata da oltre 60 giorni e meno di 180 e non sei assicurata contro la disoccupazione, rientri tra le beneficiarie del congedo qualora tu abbia versato 26 contributi settimanali nel biennio precedente la maternità. Tutto chiaro.

Ma per quanto riguarda il trattamento economico e previdenziale?

Salvi i casi in cui la contrattazione collettiva abbia previsto un’indennità più alta, hai diritto all’80% della retribuzione giornaliera calcolata sulla base dell’ultimo periodo di paga scaduto immediatamente precedente l’inizio del congedo di maternità quindi, di regola, sulla base dell’ultimo mese di lavoro precedente il mese di inizio del congedo.

In questa indennità sono compresi anche rateo giornaliero tredicesima, quattordicesima e trattamenti accessori se previsti dal contratto. Rimangono a carico del datore di lavoro le festività.

Il congedo viene computato nell’anzianità di servizio (compresi tredicesima e ferie) e ai fini della progressione della carriera.

Come si presenta la domanda?

La domanda deve essere presentata telematicamente all’Inps prima dell’inizio del congedo e non oltre un anno dalla fine del periodo indennizzabile.

Ti viene richiesto in forma cartacea il certificato medico e ogni altra ulteriore certificazione necessaria.

Come ritardare ulteriormente il rientro al lavoro?

Per dedicare più tempo al tuo bimbo hai la possibilità di fruire del “congedo parentale” stando altri sei mesi a casa e ricevendo un’indennità che è pari al 30%. In questo periodo non hai diritto alla maturazione di ferie, tredicesima e quattordicesima. Puoi inoltre “attaccare” al congedo le ferie maturate durante la maternità obbligatoria, ritardando il rientro al lavoro.

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